mercoledì, Settembre 10

Il sacrificio del Generale dalla Chiesa: 43 anni dopo, l’Italia onora un eroe della legalità

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Una commemorazione solenne

Questa mattina si sono svolte le solenni celebrazioni in memoria del Generale Carlo Alberto dalla Chiesa, esattamente 43 anni dopo l’agguato del 3 settembre 1982, che costò la vita all’allora Prefetto di Palermo, a sua moglie Emanuela Setti Carraro e all’agente Domenico Russo.

Un servitore dello Stato

Il Generale dalla Chiesa, figura di spicco dell’Arma dei Carabinieri, si era distinto come eroe nazionale negli anni ’70 grazie ai suoi successi nella lotta al terrorismo durante i famigerati ‘anni di piombo’, restaurando la fiducia nelle istituzioni dello Stato. Nel 1974, creò a Torino una squadra antiterrorismo d’elite composta da 10 ufficiali selezionati, che riuscì a catturare Renato Curcio e Alberto Franceschini, due dei principali leader delle Brigate Rosse.

La lotta alla mafia e il tragico epilogo

Inviato come super prefetto a Palermo per combattere Cosa Nostra, non ricevette mai le risorse umane e materiali promesse dal governo. In un’intervista al giornalista Giorgio Bocca, lamentò la mancanza di supporto a Palermo. La sera del 3 settembre 1982, quattro sicari della mafia crivellarono di colpi il Generale dalla Chiesa, sua moglie Emanuela e l’agente Domenico Russo con raffiche di Kalashnikov AK-47 mentre percorrevano via Carini, nel cuore di Palermo.

L’eredità e il ricordo

A 43 anni da quel brutale attentato mafioso, “l’impegno per sradicare ogni forma di criminalità organizzata continua senza sosta”. Il Generale dalla Chiesa rimane “un esempio di integrità e coraggio”, come tutti i servitori dello Stato caduti nella lotta per liberare l’Italia dal cancro della mafia. La sua battaglia continua ancora oggi e lo Stato non arretrerà mai.

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