L’attualità di Fausto Bertinotti nel dibattito politico italiano
Fausto Bertinotti, storico leader di Rifondazione Comunista ed ex Presidente della Camera dei Deputati dal 2006 al 2008, è tornato prepotentemente al centro del dibattito pubblico italiano nelle ultime settimane. Nel corso di un’iniziativa alla quale hanno partecipato oltre 1000 studenti, Myrta Merlino ha intervistato Fausto Bertinotti, generando un’ampia discussione sui temi della democrazia e del potere contemporaneo.
La rilevanza delle sue parole risiede nella lucida analisi di un protagonista della politica italiana degli ultimi decenni, che offre una prospettiva critica sui cambiamenti epocali che stiamo vivendo. Fausto Bertinotti è un politico italiano che ha guidato il Partito della Rifondazione Comunista dal 1994 al 2006 e, dopo la vittoria della coalizione di centrosinistra nelle elezioni generali italiane, è stato eletto Presidente della Camera dei Deputati, carica che ha ricoperto fino al 2008.
Il potere senza regole: la tesi degli imperatori contemporanei
Durante la recente intervista, Bertinotti ha sviluppato una riflessione provocatoria sul potere contemporaneo. Secondo Bertinotti, il potere non risponde più a nessuna regola, non esiste un impero democratico, e questo vale per Putin come per Trump, leader che ascendono dal governo alla sovranità assoluta. L’ex Presidente della Camera ha utilizzato il concetto di “imperatori” per descrivere una nuova forma di esercizio del potere che sfugge ai tradizionali vincoli democratici.
Bertinotti ha parlato anche di “tecno-feudalesimo”, un’immagine suggestiva che coglie come il potere economico tecno-scientifico sia diventato talmente grande da avvicinarsi alla struttura del feudo, con pochi potentati tecnologici che possiedono ricchezze pari a Stati. Questa analisi mette in luce le profonde trasformazioni della struttura del potere nell’era digitale e della globalizzazione.
Il botta e risposta con Romano Prodi
Nelle stesse settimane, si è registrato un botta e risposta a distanza tra Romano Prodi e Fausto Bertinotti. Il Professore, intervistato dal Corriere della Sera, ha ragionato sulla tenuta del campo largo dicendo che “nella mente di Conte non è ancora definito quello che lui pensa sia il suo ruolo” e auspicando che “non gli prenda la bertinottite”. La risposta di Bertinotti non si è fatta attendere: “Bertinottite? È un’ossessione…”, ha affermato in merito alle parole di Prodi.
Lo scambio ha riportato alla memoria la rottura del 1998, quando Bertinotti e Rifondazione votarono contro il governo Prodi quando questi propose una nuova legge di bilancio con voto di fiducia, causando la caduta del governo.
Le riflessioni sulla sinistra contemporanea
Rai Libri ha presentato “La sinistra che non c’è” di Fausto Bertinotti, disponibile dal 21 maggio nelle librerie e negli store digitali, un libro che racconta la parabola della sinistra contemporanea dalla prospettiva di un protagonista. Bertinotti ha anche affrontato temi economici attuali: “In un mondo così, davvero c’è qualcuno che può indignarsi se tu dici la parola ‘patrimoniale’? Quelli che lo fanno sono ormai succubi di questa società ingiusta”, ha dichiarato in una trasmissione televisiva.
Conclusioni: un padre nobile della sinistra che guarda al futuro
Le recenti apparizioni di Bertinotti dimostrano che, nonostante il ritiro dalla politica attiva dopo il 2008, la sua voce mantiene una rilevanza significativa nel dibattito pubblico italiano. Secondo Bertinotti, la sua generazione non ha più le categorie necessarie e non ha vinto, la loro storia è finita con una sconfitta, quindi non possono indicare la strada ma possono solo ascoltare.
Le sue riflessioni sulla crisi della democrazia, sul potere senza vincoli e sul ruolo delle nuove generazioni offrono spunti importanti per comprendere le trasformazioni in atto. In un’epoca segnata da profondi cambiamenti geopolitici e sociali, la prospettiva di chi ha attraversato decenni di storia politica italiana rappresenta un contributo prezioso al dibattito collettivo, anche per chi non condivide le sue posizioni ideologiche.