Caporalato nella Moda Italiana: 13 Grandi Marchi del Lusso nel Mirino della Procura di Milano

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L’Inchiesta sul Caporalato nel Settore della Moda

Il fenomeno del caporalato torna a scuotere uno dei settori più prestigiosi dell’economia italiana: la moda del lusso. La Procura di Milano chiede documenti a 13 prestigiosi brand per verificare le condizioni dei lavoratori, segnando un’intensificazione delle indagini su un sistema di sfruttamento che sembra radicarsi nelle filiere produttive del Made in Italy. Questo rappresenta un momento critico per l’industria del lusso italiana, che deve confrontarsi con accuse di sfruttamento lavorativo nella catena di appalti e subappalti.

I Marchi Coinvolti e le Richieste della Magistratura

Nel mirino dei nuovi accertamenti sono finiti Dolce&Gabbana, Versace, Prada, Gucci, Missoni, Ferragamo, Yves Saint Laurent, Givenchy, Pinko, Coccinelle, Adidas, Alexander McQueen Italia, Off-White Operating, tutte società allo stato non indagate. Il pm Paolo Storari, che è già arrivato ad indagare Tod’s e tre suoi manager, ha inviato i carabinieri dell’ispettorato del lavoro nelle sedi di 13 marchi della moda, tra cui colossi del lusso, per acquisire tutta la documentazione su “governance”, “sistemi di controlli interni” e “attività di audit”. L’obiettivo è verificare se questi brand abbiano beneficiato, direttamente o indirettamente, dello sfruttamento di lavoratori nella loro catena produttiva.

Lo Sfruttamento dei Lavoratori: I Casi Emersi

I militari dell’Arma hanno individuato nove operai sfruttati nella filiera di Missoni spa durante una ispezione del 6 agosto 2025 nell’opificio cinese New Moda di Wen Yongmei. I carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro di Milano hanno messo in luce situazioni di sfruttamento che coinvolgono ben 203 lavoratori identificati in condizioni precarie tra fornitori e sub-fornitori di marchi di alta moda. Le indagini rivelano un sistema in cui lavoratori, prevalentemente cinesi, operano in condizioni definite di “para schiavitù”, spesso in opifici che fungono anche da dormitori.

Le Reazioni dei Sindacati e della Società Civile

I sindacati puntano il dito contro i grandi marchi, accusati di beneficiare dei profitti senza farsi carico delle responsabilità della filiera: “Crediamo sia inaccettabile che i grandi marchi, beneficiari di bilanci record, possano avere una sorta di beneplacito che li esclude da ogni responsabilità, rispetto alle condotte delle ditte cui danno in appalto le lavorazioni”, denunciano Filctem, Femca e Uiltec. Le organizzazioni sindacali chiedono inoltre modifiche legislative per garantire maggiore responsabilità solidale lungo tutta la filiera produttiva e si oppongono a emendamenti che potrebbero limitare la responsabilità dei committenti.

Significato e Prospettive Future

Una mossa, quella della procura, che sembra andare nel senso di un allarme per le aziende chiamate ora a recidere, con una collaborazione già avviata, i presunti legami con subappaltatori “caporali”. Questa inchiesta rappresenta un punto di svolta per l’industria della moda italiana, che dovrà ripensare i propri modelli organizzativi e sistemi di controllo per garantire condizioni di lavoro dignitose lungo tutta la filiera produttiva. La trasparenza e la responsabilità sociale diventano imperatives non solo etici, ma anche legali per i brand del lusso che vogliono preservare la propria reputazione e credibilità nel mercato globale.

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