L’Impegno Italiano in Libano: Una Questione di Responsabilità
Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha dichiarato che l’Italia intende mantenere una presenza militare in Libano anche se la Forza di Interposizione in Libano delle Nazioni Unite (UNIFIL) dovesse lasciare il paese alla fine del prossimo anno. Durante una visita alle truppe italiane a Novo Selo, in Bulgaria, Crosetto ha affermato che “sarebbe surreale andarsene nel momento di maggiore crisi”. L’Italia contribuisce con oltre 1.000 soldati all’UNIFIL, che funge da forza cuscinetto tra Israele e Libano dal 1978.
Il ministro ha sottolineato che se non ci sarà una bandiera europea, ci sarà comunque quella italiana, perché “ora non è il momento di abbandonare il Libano a una soluzione che porterebbe solo a un’ulteriore guerra, forse anche una guerra civile”. Questa posizione dimostra la determinazione dell’Italia a svolgere un ruolo stabilizzatore in Medio Oriente, indipendentemente dalle decisioni delle organizzazioni internazionali.
Gaza: Una Missione più Difficile dell’Afghanistan
Riguardo alla possibile missione a Gaza, Crosetto ha avvertito che si tratta di “una missione molto difficile, molto peggio dell’Afghanistan”, ricordando quanto l’Afghanistan è costato all’Italia, anche in termini militari. Il ministro ha spiegato che si tratta di “un’area che non è ancora pacificata, dove c’è un conflitto in corso, dove ci sono ancora bunker sotterranei pieni di armi e dove ci sono ancora milizie che si confrontano”.
Quando gli è stato chiesto se l’Italia parteciperà alla possibile forza di stabilizzazione internazionale, ha risposto: “man mano che arriveranno i progetti, decideremo la nostra partecipazione; al momento non c’è nemmeno un progetto”.
Ucraina e NATO: La Strategia per il 2026
Il ministro della Difesa ha dichiarato martedì che non ci sono disaccordi all’interno del governo sulla legislazione che deve essere presentata entro la fine dell’anno per consentire all’Italia di continuare a inviare aiuti militari all’Ucraina. Riguardo al fianco orientale della NATO, Crosetto ha precisato che “l’Italia fa la sua parte rispettando le capabilities e i target, siamo già il primo contributore in Europa su questo fianco, per cui non abbiamo la necessità di aumentare, abbiamo bisogno di aumentare l’integrazione”.
Conclusioni: Una Visione Strategica per l’Italia
Le dichiarazioni del ministro Crosetto delineano una strategia chiara per le forze armate italiane nel 2026: mantenere la presenza in Libano come fattore di stabilità regionale, valutare con cautela un eventuale coinvolgimento a Gaza, e continuare il supporto all’Ucraina senza incrementare le truppe sul fianco orientale della NATO. Il ministro ha anche sottolineato che sulla difesa l’Europa “è in ritardo” e ora “deve correre”, affermando che “l’Europa deve iniziare a difendersi da sola”. Queste posizioni riflettono un approccio pragmatico e responsabile alla politica di difesa italiana, bilanciando gli impegni internazionali con la sicurezza nazionale e gli interessi strategici del Paese.