Gioielliere condannato: la sentenza che divide l’Italia sul caso Mario Roggero

La sentenza d’appello che fa discutere
La Corte d’assise d’appello di Torino ha condannato Mario Roggero a 14 anni e 9 mesi per aver ucciso due rapinatori e ferito un terzo dopo una rapina nella sua gioielleria a Grinzane Cavour il 28 aprile 2021. In primo grado, il tribunale di Asti aveva inflitto una condanna di 17 anni, pena ora ridotta ma che continua a sollevare polemiche nell’opinione pubblica italiana.
Il caso ha assunto rilevanza nazionale per le questioni giuridiche e sociali che solleva: dove finisce il diritto alla legittima difesa e dove inizia l’eccesso? La vicenda di Roggero è diventata un simbolo delle tensioni tra il desiderio di sicurezza dei cittadini e i limiti imposti dalla legge.
I fatti del 28 aprile 2021
Il 28 aprile 2021, tre rapinatori fecero irruzione nella gioielleria immobilizzando la moglie e la figlia di Roggero. I malviventi erano armati: Mazzarino aveva un coltello e Spinelli portava una pistola ad aria compressa, un modello da softair che risultava indistinguibile da una vera Glock.
Mario Roggero sparò ai rapinatori in fuga dal negozio, rincorrendoli con la pistola in mano e facendo fuoco prima in strada e poi nell’auto su cui stavano fuggendo. Le videoriprese delle telecamere di sicurezza documentarono che tutti i colpi furono sparati fuori dall’esercizio commerciale quando i rapinatori stavano cercando di scappare. Due rapinatori morirono, mentre il terzo, ferito, fu arrestato poco dopo.
Le motivazioni della condanna
La Corte di Assise escluse la causa di giustificazione della legittima difesa, ritenendo che il pericolo fosse ormai cessato quando Roggero aprì il fuoco. Secondo l’accusa, più che di legittima difesa si era trattato di una vera e propria esecuzione.
La difesa aveva tentato di giustificare la reazione del gioielliere con il disturbo post-traumatico da stress, conseguenza di una precedente rapina subita nel 2015. Roggero, commentando la sentenza, ha dichiarato: “le vere vittime siamo noi: io e la mia famiglia”, esprimendo amarezza per una condanna che considera ingiusta.
Il dibattito nazionale e le implicazioni
Il caso riaccende da quattro anni un dibattito che divide l’opinione pubblica. Il comitato #iostoconmarioroggero ha raccolto adesioni significative, attirando il sostegno di politici e cittadini che vedono nel commerciante una vittima del sistema.
La vicenda solleva interrogativi complessi sul confine tra autodifesa e giustizia privata, sulla sicurezza dei commercianti vittime di ripetute rapine e sulla proporzionalità della risposta in situazioni di pericolo. Roggero ha annunciato che farà ricorso in Cassazione, rendendo questa storia giudiziaria ancora lontana dalla conclusione.
Il caso Mario Roggero rimarrà un punto di riferimento nel dibattito italiano sulla legittima difesa, evidenziando la difficoltà di bilanciare il diritto alla sicurezza personale con i principi fondamentali dello stato di diritto, dove nessuno può sostituirsi alla giustizia.









