L’arrivo del granchio rosso in Italia
Il granchio rosso, nome scientifico Gonioinfradens giardi, è stato avvistato per la prima volta nelle acque italiane a novembre 2024, a Portopalo di Capo Passero, nel Siracusano. Questa specie, originaria del Mar Rosso e dell’Oceano Indiano, era già stata osservata nel Mediterraneo orientale dal 2010, a Rodi, in Grecia. Subito dopo il primo ritrovamento, sono arrivate segnalazioni di altri esemplari qualche chilometro più a nord in Sicilia, segnale che l’invasione potrebbe essere già in atto.
Il nome italiano “granchio rosso” richiama il legame con il granchio blu, altra specie invasiva presente in Italia, con cui è imparentato appartenendo entrambi alla famiglia dei Portunidae. La scoperta è stata possibile grazie al pescatore professionista Alfonso Barone, collaboratore del progetto di citizen science “AlienFish”, insieme al ricercatore Francesco Tiralongo dell’Università di Catania e alla biologa Paola Leotta.
I rischi per l’ecosistema marino e la pesca
A differenza del granchio blu che vive nelle acque salmastre minacciando gli allevamenti di molluschi, il granchio rosso è una specie marina che agisce in un altro contesto, ma i problemi economici che rischia di causare non sono meno gravi. Il granchio rosso può predare i piccoli pesci di cui si nutrono i pesci più grandi che di solito vengono catturati dai pescatori, causando uno squilibrio nella catena alimentare marina.
Inoltre, Gonioinfradens giardi può proliferare al punto da riempire le reti dei pescatori o le nasse usate per altre specie, anche se non si conoscono ancora esattamente tutti i danni che può causare. La specie preoccupa perché può adattarsi a numerosi habitat costieri, proliferando sia in praterie sommerse che su fondali sabbiosi.
Un fenomeno legato al cambiamento climatico
Il fenomeno di espansione delle specie aliene è amplificato dal cambiamento climatico che ha contribuito a creare condizioni ambientali favorevoli per le specie di origine tropicale. Le acque mediterranee hanno toccato punte di 30-31°C nelle estati 2023 e 2024, con anomalie di +4°C, mentre il Canale di Suez è diventato una vera autostrada ecologica tra Mar Rosso e Mediterraneo.
È molto probabile che la specie sia già più diffusa di quanto si immagini, poiché assomiglia ad altri granchi della famiglia Portunidae e può passare inosservata anche ai biologi. I pescatori sono fondamentali per i progetti di citizen science, che rappresentano uno strumento decisivo per monitorare la presenza di questa nuova specie aliena nel territorio.