giovedì, 11 Dicembre 2025
Non categorizzato 8 Dicembre 2025 3 min di lettura

La Scala apre con Lady Macbeth: l’opera bandita da Stalin torna in scena

Un’inaugurazione storica per la stagione 2025/2026

Il Teatro alla Scala ha inaugurato la stagione 2025/2026 il 7 dicembre 2025 con Lady Macbeth del distretto di Mcensk di Dmitrij Šostakovič, nel cinquantesimo anniversario della morte del compositore russo. La scelta di quest’opera rappresenta un gesto culturale significativo: portare in scena un capolavoro del Novecento che ha vissuto una lunga storia di censura e controversie.

L’opera ha raggiunto un incasso di 2.679.482 euro davanti a 1896 spettatori, superando di oltre centomila euro quello dell’inaugurazione della stagione precedente e diventando così il maggiore incasso di sempre nella storia del teatro. La Prima è stata trasmessa in diretta su Rai1, permettendo a migliaia di spettatori di assistere a questo evento storico.

La storia dell’opera censurata da Stalin

Dopo la sua prima a San Pietroburgo, l’opera ottenne grande successo in patria e all’estero, ma Stalin assistette a una rappresentazione a Mosca nel 1936 e due giorni dopo apparve su Pravda la famosa denuncia intitolata ‘Caos invece di musica’, attraverso cui il regime mise al bando l’opera e il suo compositore. Anni dopo, Šostakovič preparò una nuova versione che fu messa in scena a Mosca nel 1963 con il titolo Katerina Izmailova.

La vicenda, tratta dalla novella di Nikolaj Leskov, racconta la storia di Katerina L’vovna Izmajlova, giovane moglie di un mercante russo, intrappolata in un matrimonio sterile e oppressa dal suocero tirannico, che intreccia una relazione passionale con il servo Sergej. La passione si trasforma presto in violenza: con la complicità dell’amante, Katerina avvelena il suocero e uccide il marito. Tradita da Sergej e abbandonata da tutti, Katerina si suicida gettandosi in un fiume.

Una produzione moderna e visionaria

La direzione musicale è affidata a Riccardo Chailly, alla sua dodicesima inaugurazione di stagione, mentre la regia è di Vasily Barkhatov. Il cast vocale è formato da Sara Jakubiak nel ruolo di Katerina L’vovna Izmajlova, Najmiddin Mavlyanov come Sergej, Yevgeny Akimov come Zinovij Borisovič Izmailov e Alexander Roslavets come Boris Timofeevič Izmailov.

L’opera, originariamente ambientata nella campagna della Russia del XIX secolo, è stata spostata da Barkhatov e dallo scenografo bielorusso Zinovy Margolin in un contesto urbano della Mosca degli anni ’50. Standing ovation per tutto il cast e applausi interminabili per i protagonisti hanno caratterizzato la serata, con un tributo speciale a Chailly: oltre 11 minuti di applausi per una Lady Macbeth che incanta e terrorizza allo stesso tempo.

Il significato culturale e sociale

L’opera di Šostakovič va oltre la semplice narrazione drammatica. Lady Macbeth del distretto di Mcensk è un’opera che promuove i diritti delle donne e che fu bandita in Russia. L’opera era stata pensata come la prima parte di una trilogia sulla condizione femminile in Russia, un progetto ambizioso che non venne mai completato a causa della censura.

La scelta della Scala di inaugurare la stagione con quest’opera assume un valore particolare nel contesto contemporaneo. Metterla in scena oggi significa guardare al potere dell’arte come voce capace di sfidare i tabù, di fare i conti con il passato e con la censura di ieri, per ricordare che l’arte non è mai neutrale. L’opera sarà rappresentata alla Scala dal 7 al 30 dicembre 2025, offrendo al pubblico milanese e internazionale l’opportunità di vivere uno dei capolavori più potenti e controversi del Novecento musicale.

Luca Bianchi

Luca Bianchi

Luca Bianchi è giornalista presso Notizie Italia. Ha oltre 12 anni di esperienza nel giornalismo digitale ed è specializzato in politica, economia e società. I suoi articoli si basano su fonti verificate e dati ufficiali.

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