Mario Roggero: condanna ridotta in appello per il gioielliere di Grinzane Cavour
Introduzione: un caso che riaccende il dibattito sulla legittima difesa
Il caso di Mario Roggero, il gioielliere di 72 anni di Grinzane Cavour, in provincia di Cuneo, continua a dividere l’opinione pubblica italiana e a sollevare interrogativi cruciali sul confine tra legittima difesa e reazione eccessiva. Il 3 dicembre 2025, la Corte d’Assise d’Appello di Torino ha emesso il verdetto di secondo grado, riducendo la pena inflittale per l’omicidio di due rapinatori durante un assalto alla sua gioielleria nell’aprile 2021. La vicenda ha assunto anche una valenza politica, riaccendendo il dibattito sulla necessità di rafforzare le tutele legali per chi si difende da aggressioni criminali.
La sentenza d’appello e la riduzione della pena
La Corte d’Appello ha condannato Roggero a 14 anni e 9 mesi di reclusione, riducendo così la pena rispetto ai 17 anni stabiliti in primo grado dal Tribunale di Asti. Il gioielliere è accusato di omicidio volontario per aver ucciso due rapinatori, Giuseppe Mazzarino e Andrea Spinelli, e ferito un terzo durante l’assalto alla sua gioielleria il 28 aprile 2021. Durante l’udienza, Roggero ha tenuto un intervento di 27 minuti, ribadendo la sua versione dei fatti e affermando di aver agito per proteggere sé stesso e la sua famiglia.
“Se lui non mi avesse puntato la pistola, io non avrei sparato”, ha dichiarato Roggero, sostenendo di non aver avuto intenzione di uccidere ma solo di non essere ucciso. La difesa ha sostenuto che si sia trattato di legittima difesa putativa, ma i giudici hanno rigettato questa tesi. Dopo la sentenza, Roggero ha commentato amaramente: “Avessero avuto coraggio, mi avrebbero assolto”.
La dinamica dei fatti e le reazioni politiche
Roggero ha raccontato di aver subito cinque furti e una violenta rapina nel 2015, durante la quale fu picchiato e sua figlia minacciata con una pistola puntata alla testa. Questi traumi hanno influenzato la sua reazione durante l’assalto del 2021. Secondo le ricostruzioni, Roggero ha esploso i colpi fuori dalla gioielleria, quando i rapinatori si stavano già allontanando, e avrebbe inseguito i malviventi nonostante la moglie cercasse di fermarlo.
La sentenza ha suscitato reazioni politiche immediate. Il vicepremier Matteo Salvini ha scritto personalmente a Roggero esprimendo solidarietà e dichiarando: “Come si può condannare al carcere chi si è difeso dall’assalto dei criminali? Determinati a rendere ancora più chiara la legge sulla Legittima Difesa”. Anche altri esponenti della Lega hanno manifestato sostegno al gioielliere.
Conclusioni: significato e prospettive future
Il caso Mario Roggero rappresenta un punto di svolta nel dibattito italiano sulla legittima difesa, evidenziando la difficoltà di stabilire un equilibrio tra il diritto alla sicurezza personale e i limiti della reazione proporzionata. L’avvocato Stefano Marcolini ha annunciato che la difesa farà ricorso in Cassazione, quindi il caso non si è ancora concluso definitivamente.
Per i lettori, questa vicenda solleva domande fondamentali su come la legge italiana tuteli i cittadini vittime di aggressioni e se l’attuale normativa sulla legittima difesa sia adeguata a proteggere chi si trova in situazioni di grave pericolo. La riduzione della pena in appello suggerisce che i giudici abbiano riconosciuto elementi attenuanti, ma la condanna a 14 anni rimane significativa, confermando che l’azione di Roggero è stata considerata eccessiva rispetto alla minaccia subita. Il dibattito pubblico e politico continuerà certamente, alimentato dalla necessità di trovare un equilibrio tra giustizia e comprensione delle circostanze eccezionali in cui si trovano le vittime di crimini violenti.









