Un’Aggressione Che Scuote il Giornalismo d’Inchiesta
Un episodio scioccante ha segnato il panorama giornalistico italiano nelle ultime ore. Massimo Giletti è stato aggredito e colpito con un pugno da un ex esponente dei servizi segreti, giovedì scorso in via del Corso a Roma, mentre tentava di intervistarlo sul caso Orlandi. L’incidente solleva interrogativi importanti sulla libertà di stampa e sui rischi che i giornalisti affrontano quando indagano su vicende oscure della storia italiana. Questo evento dimostra quanto sia ancora delicato il caso della scomparsa di Emanuela Orlandi, avvenuta oltre 40 anni fa, e quanto alcuni protagonisti di quella vicenda siano reticenti a parlare.
Le Indagini di Giletti sulla Pista Familiare
Giletti sta seguendo infatti una pista che non è stata mai approfondita: il coinvolgimento dello zio Mario Meneguzzi nel rapimento di Emanuela Orlandi. Grazie a un documento riservato dei servizi segreti, il giornalista ha scoperto che Mario Meneguzzi, lo zio di Emanuela, era seguito dai servizi e anche dalla polizia di Stato. L’aspetto più intrigante riguarda il fatto che Meneguzzi venne avvisato da un uomo, tale Giulio Gangi, che gravitava nei servizi segreti. Proprio questa domanda – perché un agente avrebbe avvertito una persona sotto sorveglianza? – ha scatenato la reazione violenta dell’ex agente intervistato.
La Reazione Violenta e le Conseguenze
Nel momento in cui Giletti ha incalzato l’interlocutore per quattro, cinque minuti, chiedendogli come mai i servizi segreti avessero avvertito lo zio di Emanuela del fatto che era pedinato dalla polizia, l’uomo ha perso la testa, si è girato e lo ha colpito. Le immagini del filmato, circa tre minuti e mezzo, sono andate in onda in prima serata su Rai3, nel programma Lo Stato delle Cose. Nonostante l’aggressione, Giletti ha dichiarato di non volersi fermare: continuerà a indagare su questa pista, considerata fondamentale per fare luce su uno dei misteri irrisolti più importanti della storia italiana.
Significato per il Giornalismo e la Verità
Questo episodio rappresenta un momento significativo per il giornalismo investigativo italiano. La violenza fisica contro un giornalista che pone domande legittime è inaccettabile in una democrazia. L’aggressione a Giletti dimostra quanto siano ancora sensibili certi argomenti legati ai servizi segreti e al caso Orlandi. Per i lettori e gli spettatori, questo evento sottolinea l’importanza di sostenere il giornalismo d’inchiesta e la ricerca della verità, anche quando comporta rischi personali per chi la persegue. La determinazione di Giletti a continuare le indagini nonostante l’aggressione rappresenta un esempio di coraggio professionale che merita riconoscimento e protezione.
