L’arrivo del procione in Italia: da animale esotico a minaccia ambientale
Negli ultimi anni sempre più persone restano sorprese nello scoprire che i procioni in Italia esistono davvero e, in alcune aree, sono presenti con popolazioni stabili e in continua espansione. I procioni vivono anche in Italia, soprattutto in Toscana, dove sono una specie aliena invasiva che può avere un impatto forte su ecosistemi e biodiversità.
Questi piccoli mammiferi originari del Nord America hanno trovato nel nostro Paese un ambiente favorevole in cui vivere, riprodursi e adattarsi con incredibile velocità. Il procione, riconoscibile per la caratteristica “mascherina” nera sul muso e le abili zampe anteriori, rappresenta oggi una delle sfide più significative per la conservazione della fauna italiana.
Dove si trovano i procioni in Italia
La presenza più significativa si concentra in Toscana, in particolare nella provincia di Arezzo e nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, con segnalazioni anche nelle zone di Siena e Firenze. Avvistamenti più sporadici vengono riportati in Umbria, Lazio e Liguria. La popolazione “storica” della Lombardia, presente nella valle dell’Adda, è stata invece completamente eradicata nel 2020 attraverso i programmi di gestione europea delle specie invasive.
Le prime segnalazioni certe della presenza di procioni in Italia risalgono alla fine degli anni 90 e riguardavano quasi sempre individui isolati, probabilmente fuggiti dalla cattività. Dall’inizio degli anni 2000, il quadro è cambiato completamente: il procione ha iniziato a insediarsi stabilmente in natura, creando nuclei riproduttivi veri e propri.
I rischi per l’ecosistema e la salute pubblica
Questi animali sono estremamente adattabili e il successo dei procioni in Italia è dovuto anche alla loro capacità di vivere in ambienti naturali ma anche vicino ai centri abitati. Si nutrono di uccelli, piccoli rettili, anfibi, uova, frutta, insetti e perfino dei rifiuti organici quando trovano accesso ai cassonetti o alle abitazioni.
I procioni possono fungere da vettori di importanti malattie e parassiti che rappresentano un rischio non solo per la fauna selvatica, ma anche per cani, gatti e talvolta per l’uomo. Possono anche trasmettere malattie e parassiti agli esseri umani, per questo sono soggetti a piani di gestione ed eradicazione.
La situazione legale e le prospettive future
Fino al 2006, quando è entrato in vigore il Decreto del Ministero dell’Ambiente che ha inserito il procione nella lista dei cosiddetti “animali pericolosi”, era stato liberamente importato e venduto in Italia, sia come animale da compagnia che come animale da pelliccia. Dopo questa data molti procioni sono stati purtroppo incautamente abbandonati e data la loro eccezionale capacità di adattamento si sono riprodotti e in alcune aree hanno deciso di stabilirsi in modo permanente.
La presenza del procione in Italia rappresenta una sfida complessa che richiede un’azione coordinata tra enti di tutela ambientale, autorità locali e cittadini. Solo attraverso programmi di monitoraggio continuo e interventi mirati sarà possibile contenere l’espansione di questa specie invasiva e proteggere la biodiversità italiana dalle conseguenze della sua diffusione incontrollata.