Una vicenda che divide l’Italia
Stefano D’Orazio, storico batterista dei Pooh morto nel 2020 per complicazioni legate al Covid, continua a far parlare di sé. Non più per la sua straordinaria carriera musicale, ma per una complessa battaglia legale che coinvolge la sua eredità. È iniziato il processo di secondo grado per l’eredità di Stefano D’Orazio, che vede contrapposte la vedova, Tiziana Giardoni, che chiede un risarcimento da 100 mila euro a Francesca Michelon, figlia biologica di D’Orazio, riconosciuta tale in primo grado tramite test del Dna.
Il riconoscimento della paternità
Lo scorso aprile, i giudici hanno stabilito in maniera certa e definitiva che Francesca Michelon è figlia di Stefano D’Orazio. Una conferma arrivata grazie al test del Dna, il cui risultato non è confutabile o appellabile. I giudici avevano anche annullato il testamento pubblico del 2016 del musicista, stabilendo che l’intera massa ereditaria dovesse essere divisa in parti uguali tra la figlia e la vedova. Inoltre, a Michelon è stato anche riconosciuto un risarcimento di 60 mila euro per danni esistenziali.
Il ricorso in appello e le nuove accuse
La situazione si è capovolta nel processo d’appello. Giardoni ha introdotto una nuova richiesta economica, chiedendo a Francesca Michelon 100 mila euro di danni esistenziali. Secondo la vedova, il mancato rapporto tra padre e figlia sarebbe dipeso dal comportamento di Michelon, motivo per cui D’Orazio non avrebbe mai voluto riconoscerla in vita. La vedova Giardoni nel ricorso in appello ha chiesto che a Francesca venga riconosciuta non la metà dell’eredità ma solo la quota di legittima, cioè un terzo del patrimonio.
L’eredità in gioco
D’Orazio aveva una villa a Pantelleria e due attici a Roma, frutto di una carriera straordinaria con i Pooh, una delle band più amate d’Italia. Tuttavia, l’entità complessiva del patrimonio di Stefano D’Orazio non è stata ancora quantificata pubblicamente.
La voce della figlia
Francesca Michelon ha risposto alle accuse con fermezza. “Non è mai stato il denaro il mio obiettivo. Ho portato avanti per tutti questi anni un’azione legale non per rivendicazione economica ma per bisogni di verità”, ha dichiarato al Corriere della Sera. La donna sostiene di aver cercato per anni solo il riconoscimento della propria identità.
Conclusioni: una disputa ancora aperta
La vicenda dell’eredità di Stefano D’Orazio rappresenta una pagina dolorosa che contrasta con l’immagine positiva che l’artista ha sempre trasmesso. Resta la possibilità che Michelon e Giardoni trovino un accordo prima della conclusione del processo. Nel frattempo, la Corte d’Appello di Roma dovrà decidere come ripartire il patrimonio del compianto batterista, mentre l’Italia assiste con tristezza a questa battaglia familiare che offusca la memoria di un grande musicista.