La disputa ereditaria che fa discutere l’Italia
La memoria di Stefano D’Orazio, lo storico batterista dei Pooh scomparso nel novembre 2020 a causa di complicazioni legate al Covid, continua a essere al centro di una complessa vicenda giudiziaria. È iniziato il processo di secondo grado per l’eredità del musicista, che si svolge davanti alla Corte d’Appello di Roma. La questione coinvolge la vedova Tiziana Giardoni e Francesca Michelon, figlia biologica di Stefano D’Orazio, riconosciuta tale in primo grado grazie al test del Dna.
La sentenza di primo grado
Lo scorso aprile, i giudici romano hanno stabilito in maniera certa e definitiva che Francesca Michelon è figlia di Stefano D’Orazio, una conferma arrivata grazie al test del Dna. Nel processo di primo grado, il Tribunale aveva annullato il testamento pubblico redatto da Stefano D’Orazio nel 2016, stabilendo che l’intera massa ereditaria dovesse essere divisa in parti uguali tra la vedova e la figlia. Inoltre, a Michelon è stato anche riconosciuto un risarcimento di 60 mila euro per danni esistenziali.
Il ricorso in appello e la nuova richiesta
La vedova Giardoni ha deciso di impugnare la sentenza. Giardoni ha avanzato una nuova richiesta economica, chiedendo 100 mila euro di danni esistenziali a Francesca Michelon. Secondo questa linea difensiva, il mancato rapporto tra padre e figlia non sarebbe stato il frutto di una scelta di D’Orazio, ma la conseguenza del comportamento della stessa Michelon, che si sarebbe volontariamente tenuta distante dal musicista mentre era in vita. Giardoni sostiene che alla figlia spetterebbe al massimo la quota legittima dell’eredità, pari a un terzo del patrimonio, e non la metà stabilita dal Tribunale in primo grado.
Le prospettive future
Un altro nodo centrale resta l’entità complessiva dell’eredità di Stefano D’Orazio, che non è mai stata quantificata pubblicamente. La Corte d’Appello si è riservata la decisione e la prossima udienza, nella quale sono attese le conclusioni delle parti, potrebbe tenersi nel 2026. Un primo tentativo di mediazione era già fallito durante il processo di primo grado, ma la possibilità di un accordo tra le parti non è esclusa. Fino a quel momento, l’eredità del celebre batterista rimarrà sospesa, mentre l’Italia continua a seguire con attenzione questa vicenda che mescola questioni familiari, legali e la memoria di uno dei più amati musicisti italiani.